{"id":3934,"date":"2021-04-13T15:52:38","date_gmt":"2021-04-13T13:52:38","guid":{"rendered":"https:\/\/www.archimede-rd.it\/?p=3934"},"modified":"2021-04-13T15:52:42","modified_gmt":"2021-04-13T13:52:42","slug":"biotecnologia-lenzima-a-cui-non-piace-il-calcare","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.archimede-rd.it\/2021\/04\/13\/biotecnologia-lenzima-a-cui-non-piace-il-calcare\/","title":{"rendered":"Biotecnologia – L\u2019enzima a cui non piace il calcare"},"content":{"rendered":"\n

ECHA e il suo comitato scientifico ha pubblicato nel 2020 la sua posizione in merito alla restrizione dell\u2019uso delle microplastiche nei cosmetici, detergenti, fertilizzanti e altre categorie di prodotto.
Questa restrizione impedir\u00e0 il rilascio nell\u2019ambiente di 500.000 tonnellate di inquinanti nell\u2019ambiente.<\/p>\n\n\n\n

Perch\u00e9 apriamo l\u2019articolo con questa notizia per parlare di enzimi?
Semplicemente perch\u00e9 l\u2019idea sulla quale si \u00e8 sempre basata la nostra ricerca nel campo delle biotecnologie, riguarda proprio questo principio: evitare di rilasciare sostanze dannose nell\u2019ambiente<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Gi\u00e0 nel 2006, quando abbiamo posto le basi per la nostra ricerca, il problema era gi\u00e0 ben chiaro: qualsiasi sostanza rilasciata nell\u2019ambiente in enormi quantit\u00e0, ovvero in quantit\u00e0 superiori ai limiti della natura stessa, comporta rischi e pericoli per il futuro dell\u2019intero ecosistema, con conseguenze spesso devastanti per chi ci vive.<\/p>\n\n\n\n

Le biotecnologie in generale, e gli enzimi in particolare, rappresentano per noi la possibilit\u00e0 di creare formulazioni e tecnologie in grado di ridurre le quantit\u00e0 di sostanze chimiche utilizzate.
Questo \u00e8 possibile proprio grazie alla natura stessa degli enzimi, in grado di agire come catalizzatori di processi biologici.
Per definizione, nella chimica e nella biochimica, un catalizzatore fa s\u00ec che un determinato processo, che in condizioni normali avverrebbe molto lentamente (ad esempio mesi o anni), si compia e si concluda in tempi brevi (ad esempio secondi, minuti, o ore).
Inoltre, gli enzimi, hanno la caratteristica di agire \u201csenza consumarsi\u201d.
Il vantaggio di una durata maggiore comporta allo stesso tempo una riduzione delle quantit\u00e0 necessarie a svolgere una determinata azione. In altre parole, nel nostro campo di applicazione, rappresentato dalla detergenza, gli enzimi permettono di rimuovere quantit\u00e0 maggiori di residui con dosi inferiori rispetto alla norma.<\/p>\n\n\n\n

Archimede R&D \u00e8 stata capace di sviluppare industrialmente un enzima specifico, in grado di prevenire e rimuovere i depositi minerali (calcare<\/em>) nel momento stesso in cui ne viene in contatto.<\/p>\n\n\n\n

La scoperta di questo enzima fa parte della nostra storia, ed \u00e8 stata un insieme di visione e di fortuna. Parliamo del progetto Bubbleboat<\/a><\/em>, di cui probabilmente avrete gi\u00e0 avuto modo di leggere qualcosa nelle pagine del nostro sito.
Il progetto consisteva nello sviluppare una pittura antivegetativa per gli scafi delle barche che utilizzasse i Sali presenti nel mare per generare una sostanza a basso rischio per prevenire il bio-fouling.
Abbiamo quindi cercato uno dei pricipali Sali presenti nel mare e abbiamo appurato che dopo il Cloruro di Sodio (per capirci sale da cucina<\/em>), la seconda sostanza maggiormente presente era il Carbonato di Calcio (calcare<\/em>).
Il Carbonato di Calcio si trasforma naturalmente<\/em> in CO2, ma questo processo impiega anni, addirittura decenni. Dovevamo assolutamente trovare un bio-catalizzatore che accelerasse questo processo, ed \u00e8 cos\u00ec che siamo arrivati a scoprire il “nostro” enzima. <\/em><\/p>\n\n\n\n

Il processo scientifico attraverso cui avviene la trasformazione del calcare \u00e8 alquanto complesso, ma cercheremo qui di semplificare.
Partiamo dal presupposto che al \u201cnostro\u201d enzima non piace il calcare e vuole accelerare la sua trasformazione in un\u2019altra sostanza pi\u00f9 leggera (CO2).
Nel caso di Bubbleboat, l’enzima, compiendo la sua reazione in quanto catalizzatore, creava nell\u2019acqua una micro effervescenza. L\u2019effervescenza, a sua volta, non permetteva alla vegetazione marina di attaccarsi allo scafo.
Risultato? Lo scafo non si incrostava e non necessitava di ulteriori sostanze chimiche inquinanti per pulirlo che sarebbero finite inevitabilmente in mare.<\/p>\n\n\n\n

A volte fare innovazione non porta all’immediato successo. Ci vuole pazienza e tenacia.
Il bellissimo progetto Bubbleboat \u00e8 stato brevettato nel 2011, ma la complessit\u00e0 e difficolt\u00e0 del mercato delle vernici antivegetative era talmente complesso e tortuoso, che abbiamo deciso di intraprendere un’altra via, quella della detergenza.
Questo settore si \u00e8 rivelato pi\u00f9 affine alle nostre ricerche, permettendoci di concretizzare le nostre scoperte anche sul piano economico e non solo scientifico, con grandi risultati.
La tecnologia anticalcare enzimatica<\/em> ha trovato nella detergenza terreno fertile e sicuramente un time-to-market pi\u00f9 veloce, e a partire da quel momento l\u2019enzima anticalcare di strada ne ha fatta tanta!<\/p>\n\n\n\n

Grazie alla scoperta dell\u2019enzima ci si \u00e8 aperto un mondo di innumerevoli applicazioni, in particolare dedicate al quotidiano. Ma questa \u00e8 un\u2019altra storia ed \u00e8 Dr.Neu<\/strong><\/a>.<\/p>\n\n\n\n

Dedicheremo qui una serie di articoli per analizzare un po\u2019 pi\u00f9 a fondo la nostra tecnologia anticalcare enzimatica<\/em>. Come si \u00e8 evoluta la nostra ricerca, quali prodotti sono stati sviluppati, quali sono i vantaggi, e quali possono essere i settori di applicazione per il futuro.<\/p>\n\n\n\n

Seguiteci.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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