ECHA e il suo comitato scientifico ha pubblicato nel 2020 la sua posizione in merito alla restrizione dell’uso delle microplastiche nei cosmetici, detergenti, fertilizzanti e altre categorie di prodotto.
Questa restrizione impedirà il rilascio nell’ambiente di 500.000 tonnellate di inquinanti nell’ambiente.
Perché apriamo l’articolo con questa notizia per parlare di enzimi?
Semplicemente perché l’idea sulla quale si è sempre basata la nostra ricerca nel campo delle biotecnologie, riguarda proprio questo principio: evitare di rilasciare sostanze dannose nell’ambiente.
Già nel 2006, quando abbiamo posto le basi per la nostra ricerca, il problema era già ben chiaro: qualsiasi sostanza rilasciata nell’ambiente in enormi quantità, ovvero in quantità superiori ai limiti della natura stessa, comporta rischi e pericoli per il futuro dell’intero ecosistema, con conseguenze spesso devastanti per chi ci vive.
Le biotecnologie in generale, e gli enzimi in particolare, rappresentano per noi la possibilità di creare formulazioni e tecnologie in grado di ridurre le quantità di sostanze chimiche utilizzate.
Questo è possibile proprio grazie alla natura stessa degli enzimi, in grado di agire come catalizzatori di processi biologici.
Per definizione, nella chimica e nella biochimica, un catalizzatore fa sì che un determinato processo, che in condizioni normali avverrebbe molto lentamente (ad esempio mesi o anni), si compia e si concluda in tempi brevi (ad esempio secondi, minuti, o ore).
Inoltre, gli enzimi, hanno la caratteristica di agire “senza consumarsi”.
Il vantaggio di una durata maggiore comporta allo stesso tempo una riduzione delle quantità necessarie a svolgere una determinata azione. In altre parole, nel nostro campo di applicazione, rappresentato dalla detergenza, gli enzimi permettono di rimuovere quantità maggiori di residui con dosi inferiori rispetto alla norma.
Archimede R&D è stata capace di sviluppare industrialmente un enzima specifico, in grado di prevenire e rimuovere i depositi minerali (calcare) nel momento stesso in cui ne viene in contatto.
La scoperta di questo enzima fa parte della nostra storia, ed è stata un insieme di visione e di fortuna. Parliamo del progetto Bubbleboat, di cui probabilmente avrete già avuto modo di leggere qualcosa nelle pagine del nostro sito.
Il progetto consisteva nello sviluppare una pittura antivegetativa per gli scafi delle barche che utilizzasse i Sali presenti nel mare per generare una sostanza a basso rischio per prevenire il bio-fouling.
Abbiamo quindi cercato uno dei pricipali Sali presenti nel mare e abbiamo appurato che dopo il Cloruro di Sodio (per capirci sale da cucina), la seconda sostanza maggiormente presente era il Carbonato di Calcio (calcare).
Il Carbonato di Calcio si trasforma naturalmente in CO2, ma questo processo impiega anni, addirittura decenni. Dovevamo assolutamente trovare un bio-catalizzatore che accelerasse questo processo, ed è così che siamo arrivati a scoprire il “nostro” enzima.
Il processo scientifico attraverso cui avviene la trasformazione del calcare è alquanto complesso, ma cercheremo qui di semplificare.
Partiamo dal presupposto che al “nostro” enzima non piace il calcare e vuole accelerare la sua trasformazione in un’altra sostanza più leggera (CO2).
Nel caso di Bubbleboat, l’enzima, compiendo la sua reazione in quanto catalizzatore, creava nell’acqua una micro effervescenza. L’effervescenza, a sua volta, non permetteva alla vegetazione marina di attaccarsi allo scafo.
Risultato? Lo scafo non si incrostava e non necessitava di ulteriori sostanze chimiche inquinanti per pulirlo che sarebbero finite inevitabilmente in mare.
A volte fare innovazione non porta all’immediato successo. Ci vuole pazienza e tenacia.
Il bellissimo progetto Bubbleboat è stato brevettato nel 2011, ma la complessità e difficoltà del mercato delle vernici antivegetative era talmente complesso e tortuoso, che abbiamo deciso di intraprendere un’altra via, quella della detergenza.
Questo settore si è rivelato più affine alle nostre ricerche, permettendoci di concretizzare le nostre scoperte anche sul piano economico e non solo scientifico, con grandi risultati.
La tecnologia anticalcare enzimatica ha trovato nella detergenza terreno fertile e sicuramente un time-to-market più veloce, e a partire da quel momento l’enzima anticalcare di strada ne ha fatta tanta!
Grazie alla scoperta dell’enzima ci si è aperto un mondo di innumerevoli applicazioni, in particolare dedicate al quotidiano. Ma questa è un’altra storia ed è Dr.Neu.
Dedicheremo qui una serie di articoli per analizzare un po’ più a fondo la nostra tecnologia anticalcare enzimatica. Come si è evoluta la nostra ricerca, quali prodotti sono stati sviluppati, quali sono i vantaggi, e quali possono essere i settori di applicazione per il futuro.
Seguiteci.